Cute sensibile e Rosacea

Due disturbi cutanei  che possono manifestarsi con sintomi diversi e avere risvolti psicologici e sociali. Per questo è importante che siano adeguatamente trattate, anche con prodotti cosmetici

La pelle sensibile rappresenta un disturbo comune. Si caratterizza per la presenza di sensazioni spiacevoli (pizzicore, bruciore, dolore, prurito, sensazione puntoria, formicolio) in risposta a stimoli che normalmente non provocano tali reazioni. La pelle può apparire oggettivamente normale o essere accompagnata da leggero eritema che può intensificarsi, unito a lieve desquamazione o prurito. La cute sensibile si manifesta in circa la metà della popolazione e in tutte le etnie, ed è più frequente nelle donne. Questa sindrome cronica, recidivante-remittente, può avere conseguenze significative sulla qualità della vita.

I meccanismi fisiopatologici alla base dei suoi sintomi sopra descritti sono stati a lungo dibattuti e sulla loro genesi coesistono diverse ipotesi, tra cui una diminuzione della soglia di tolleranza della pelle dovuta alla compromissione della funzione di barriera e anomalie a livello delle terminazioni nervose cutanee e vascolari, che rendono la cute iper-reattiva. Potrebbe, quindi, trattarsi dell’espressione clinica dell’infiammazione neurogena ed essere modulata da molti fattori, sia fisici (raggi ultravioletti, calore, freddo, vento), sia chimici (cosmetici, acqua, sostanze inquinanti) e, occasionalmente, psicologici (stress). Una recente meta-analisi ha dimostrato che il fattore scatenante più importante è l’uso di cosmetici, con un rapporto di probabilità superiore a 7. Tuttavia, i dati sulla quantità esatta di consumo di cosmetici utilizzati dalla popolazione con pelle sensibile non sono disponibili per la difficoltà di inquadramento.

LA VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITÀ

Altro dato importante da considerare è che la pelle sensibile può esserlo in vario grado: leggermente, moderatamente o severamente. Sono state proposte delle scale per valutarne la gravità e questi strumenti di valutazione hanno dimostrato che vi è un’ampia variabilità tra gli individui. Poiché la cute sensibile è in gran parte rappresentata da una sindrome soggettiva, le valutazioni vengono effettuate in gran parte attraverso interviste, in cui è stato chiesto ai soggetti indagati di autovalutare il proprio livello di sensibilità cutanea. La Scala della Sensibilità-10 (SS-10) è stata elaborata nel 2014 per valutarne la gravità: comprende 10 stadi e dà come risultato un punteggio chiamato SS-10. Negli studi condotti è stato proposto un punteggio maggiore di 13 per una diagnosi di cute sensibile e uno inferiore a 5 come valore soglia per l’assenza di pelle sensibile.

CONOSCERE LA ROSACEA

Condizione spesso conseguente di una pelle ipersensibile è la rosacea, una condizione cronica della pelle che colpisce tipicamente la parte centrale del viso con eziologia e fisiopatologia relativamente sconosciute. Caucasici con pelle chiara, ovvero secondo la classificazione di Fitzpatrick i fototipi tra I e II e quelli con cute fotosensibile, sembrano essere a maggior rischio. L’incidenza mondiale della rosacea raggiunge il 18%, in particolare nelle popolazioni con una predominante eredità “celtica”, per esempio in Irlanda.

In uno studio del 2018, la prevalenza della rosacea è stata stimata essere il 5,46% della popolazione generale e il 2,39% di tutti i pazienti ambulatoriali dermatologici. La condizione è più diffusa negli ultra sessantacinquenni, senza prevalenza del sesso, ed è associata a un aumento del rischio di varie comorbilità, che evidenzia l’importanza dei processi diagnostici e terapeutici. Le comorbilità includono patologie cardiovascolari, gastrointestinali, neurologiche, psichiatriche, autoimmuni e anche alcune neoplasie. È importante sottolineare che la prevalenza della rosacea nella pelle di colore può essere sottovalutata per le difficoltà diagnostiche cliniche, poiché spesso l’eritema non risulta facilmente identificabile nei fototipi di pelle ≥ 4.

La rosacea è un’unica malattia con molteplici manifestazioni fenotipiche che sono importanti nella determinazione delle terapie. Per identificare queste ultime è necessaria la comprensione dei meccanismi, così da poter valutare le differenti opzioni terapeutiche. La patogenesi della malattia, sebbene poco chiara, viene costantemente sottoposta a una ricerca continua. I percorsi patogenetici noti sono costituiti dal coinvolgimento di numerosi organi e sistemi, compresi i difetti innati, il sistema immunitario adattativo, i mastociti e il sistema neurovascolare. Un segno distintivo della patogenesi della rosacea è la sua associazione con la barriera cutanea, relativamente alla disfunzione della permeabilità, compresi i cambiamenti nell’idratazione cutanea, nel pH, nel microbioma e nelle varie componenti della struttura molecolare della pelle. Molti e diversi stimoli sono legati a fattori endogeni ed esogeni. Nel complesso, gli studi a disposizione indicano una marcata sovraregolazione della densità dei mastociti, come fattore comune in tutte le principali presentazioni, che agiscono attraverso risposte immunitarie innate, infiammazione neurogenetica, angiogenesi e fibrosi.

La ricerca attuale chiarisce continuamente nuovi dettagli sulla malattia che resta complessa, multivariegata e non completamente compresa. Tuttavia, la patogenesi evidenzia una disfunzione della barriera cutanea e l’implicazione di fattori ambientali/genetici. Si ipotizza che la barriera cutanea danneggiata favorisca la colonizzazione batterica della pelle e la combinazione di questi fattori con i peptidi antimicrobici associati (Amp), possano innescare e attivare la rosacea. Il danno di barriera suggerisce che il suo ripristino sia parte della gestione terapeutica della rosacea.

Senza addentrarci troppo nei meccanismi patogenetici, possiamo distinguere quattro principali fenotipi della rosacea che comprendono la forma eritemato-telangectasica (Etr), la forma papulo-pustolosa (Ppr), la forma oculare e la forma fitomatosa. In generale, la classificazione suggerisce una progressione da un sottotipo all’altro nel tempo, senza menzionare le manifestazioni atipiche della rosacea e le sovrapposizioni tra i sottotipi.

Dal punto di vista clinico la rosacea si presenta tipicamente simmetricamente al centro del volto, con caratteristiche specifiche per genere ed età per quanto riguarda la tipologia delle lesioni. Per esempio, il rinofima si presenta quasi esclusivamente nel genere maschile, vampate ed eritemi spesso sono i primi segni della malattia in età più giovane e le teleangectasie in età avanzata. Le manifestazioni generali della rosacea sono vampate, eritema transitorio o persistente, teleangectasie, papule, pustole, fimi e (micro)edema. I pazienti spesso riferiscono dolore pungente o bruciore e molto raramente sensazioni di prurito.

La rosacea può essere scatenata o aggravata da una varietà di fattori endogeni ed esogeni, tra cui il caldo, il freddo, le radiazioni ultraviolette (Uv), alimenti (peperoncino, spezie, alimenti bollenti) e bevande (birra, vino, superalcolici, te e caffè).

La classificazione della rosacea sopra menzionata sottolinea l’importanza di ciascuna manifestazione della dermatosi e la distingue in caratteristiche diagnostiche (segni), da caratteristiche principali e secondarie (sintomi).

In breve, le alterazioni fimatose e l’eritema centro-facciale persistente sono considerati l’unica diagnosi caratteristica di rosacea, mentre le vampate di calore, le teleangectasie e le papule/pustole infiammatorie solo in combinazione possono suggerire la diagnosi di rosacea. Dolore pungente o bruciore, edema e sensazione di secchezza sono definiti come caratteristiche secondarie della rosacea.

La consapevolezza del paziente circa la localizzazione centro-facciale della rosacea spesso promuove gravi sequele psicosociali, tra cui la compromissione dell’autostima, problemi nella socializzazione e cambiamenti nella vita e nel modo in cui il paziente pensa, sente o affronta la situazione, con alterazione della qualità della vita pazienti.

TERAPIA E RUOLO DEL COSMETICO

I consigli sulla cura della pelle consistono principalmente nell’evitare i fattori scatenanti (inclusa la gestione dello stress), nell’uso di creme solari con fattore di protezione solare 50+, applicazione di creme emollienti e lenitive dedicate sia per cute secca, sia per quella seborroica, previa una detersione delicata.

Poiché i sintomi della rosacea derivano da un insieme di fattori fisiopatologici, il regime terapeutico sarà nella maggior parte dei casi costituito da combinazioni di topici con la terapia sistemica o fisica oppure entrambi. Per l’eritema possono essere utilizzate creme cosmetiche contenenti estratti di liquirizia, di rusco, di uncaria tomentosa, centella asiatica, escina, enoxolone, allantoina, canola, olio di jojoba, magnololo. Per il trattamento delle teleangectasie è indicata la laserterapia vascolare. In caso di papule e pustole si utilizzano trattamenti topici a base di ivermectina (1%), metronidazolo (1%) e acido azelaico (15%).

Altre terapie da considerare sono la clindamicina, l’eritromicina e oralmente bassi dosaggi di tetracicline che danno buoni risultati. La terapia combinata spesso aiuta a prolungare i periodi senza sintomi. Nei casi gravi o refrattari alla terapia, può essere effettuato un trattamento sistemico con metronidazolo. I pazienti affetti da phymata lieve beneficiano della terapia con tetraciclina. L’isotretinoina a basso dosaggio sembra ridurre il fima grazie alla sua capacità antinfiammatoria, diminuendo il numero delle ghiandole sebacee e inibendone proliferazione. Le terapie per i fimi progrediti sono il laser ablativo (distruttivo) e la dermatochirurgia.

Infine, il trattamento appropriato della rosacea oculare richiede uno sforzo multidisciplinare da parte di oftalmologi e dermatologi. Il paziente può eseguire routine di base per l’igiene della palpebra, come impacchi caldi e gocce lubrificanti. Lacrime artificiali e sostituti aiutano la secchezza oculare e il conseguente bruciore. La terapia con tetracicline orali a basso dosaggio può essere efficace, ma in ogni caso il trattamento è di pertinenza oculistica.

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